DIARIO - MARTEDI 21.09

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E' stata una mattinata assurda. Ci sono quei giorni no,
anche per loro.

Oggi avevo la visita degli occhi alle 10.35, non troppo
lontano da me, circa 30 minuti e così, per non rischiare in auto, ho
deciso di andare a piedi.

Ormai ho imparato a prepararmi in anticipo e alle 9.10
eravamo gia pronte. Ma Alice non ne voleva sapere di star in carrozzina. Cosi,
dopo vari tentativi di tetta e di addormentamento, l'ho messa in fascia e si è
addormentata subito. Nel frattempo aveva anche incominciato a piovere.

Va be, non sempre va come deve andare.

Arrivata alla casa di cura mi dicono “la bambina non puo'
entrare”. Io gia innervosita per il fatto che la visita era mezz'ora dopo, chiamo
la mia nonna che me l'avrebbe tenuta . Si fanno le 11.00 e Alice non mangiava
dalle 7.45. Sapevo che sarebbe durata poco.

Dopo 20 minuti per arrivare davanti alla cassa di
accettazione, arrivo davanti all'ambulatorio. Chiamo mia nonna, che ovviamente
non l'hanno fatta salire con me, e mi dice “ è tutto ok” . Ma dopo un minuto mi
richiama: le urla, in sottofondo.

Sono corsa giu, a prendere Alice, incazzata si. Incazzata perché
tutta questa situazione Covid mi ha avuto.

Saluto mia nonna e torno su. Alice non voleva attaccarsi al
seno, continuava ad urlare. Il pannolino pieno e dalla fretta non avevo preso
nemmeno su il cambio, questa mattina.

Gli occhi della gente puntati addosso, come se fossi una
mamma assassini, incosciente che non sapeva calmare la propria figlia. Avevo
sete. Mi scappava la pipì.

Vado in bagno, vedendo sempre meno per via delle gocce.
Alice in braccio, si perché i fasciatoi sono un optional. Con una mano mi
sposto la gonna e le mutandine. Alice, infastidita dalla posizione si dimena e
io mi sono fatta la pipi addosso.

Mi sono sentita uno schifo. Come ci si puo' ridurre a
tanto?

Sono una mamma sola per la maggior parte del tempo, non ho
il supporto del babbo che lavora da casa, dei miei genitori o di danny perché
tutti lavorano.

Cerco di pulirmi come meglio posso e torno a fare la visita,
con un'ora di ritardo. Si, perché da noi fa schifo la sanità' a livello di appuntamenti.
Rimetto Alice in fascia esco e fa un caldo tremendo. La luce che rimbalzava
sulle piastrelle bianche mi ha accecata. Per un attimo non ho visto più nulla.

E ora? Come mi torno a casa che non riesco nemmeno a vedere
poco più in la' della punta del mio naso?

Mi incammino e ogni passaggio pedonale era un ansia per me,
non vedendo bene le altre macchine. Avevo sete. Era caldo.

Stavamo quasi per arrivare a casa e Alice si sveglia,
ricomincia ad urlare dalla fame questa volta. Mi slego la fasciatura, me la
butto addosso pure quella e si, in mezzo alla zona industriale di Forli, inizio
ad allattare, ma nel frattempo continuavo a camminare.

Arrivo a casa, stremata, e mi siedo davanti alla porta,
lasciandola finire in santa pace. E quel pannolino, così pieno, non ha piu'
tenuto. Ci siamo bagnate in due, e questa volta non era acqua.


Ecco, questo è quello che può vivere una mamma da sola. 


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